lunedì 24 dicembre 2007

Un buon Natale a tutti!!!


Ciao a tutti,
dato che siamo al 24 dicembre, vorrei dedicare alcune righe agli auguri circostanziali per queste festività pseudo-religiose di cui me ne sbatte ben poco, ma siccome so che ci tenete: BUON NATALE A TUTTI!!! In particolare: a Monica che mi sopporta da 12 anni (!!!), a my sister, a Vivi, a beppe che per fortuna ci dispensa i suoi auguri rimandando (di poco) la sua scomunica, a quella stronza che mi ha spaccato il paraurti (vedi foto), a tutti gli amici di ciao.it, in particolare a Pisitta, bastet21, arashi e gaiamoon, a quelli dell'Agrigento Forum, ai ragazzi di Sandrino, ai grandi lavoratori dell'ufficio postale sotto casa che con novanta persone in fila hanno pensato bene di tenere solo due sportelli aperti e adesso sono senza xbox live perchè non ho potuto ricaricare la mia postepay, ai lavoratori dell'algida-unilever di Cagliari che stanno occupando gli stabilimenti perchè nonostante i numerosi appelli la situazione é ancora in alto mare, alla mia collega Jolanda che quest'anno passerà il primo natale senza suo marito, a chi inizia una dieta dimagrante sotto le feste, e a chi ci mangerà il mondo, a chi... insomma auguri a tutti!

P.S. per chi si aspettava qualche novità sull'uscita ufficiale dei libri in libreria, la cosa é rimandata dopo le festività per via dello sciopero degli autotrasportatori che ha ritardato le consegne postali. Avrei preferito annunciarlo per natale, ma siccome hanno ragione loro a protestare... beh, tenete duro ragazzi!

martedì 18 dicembre 2007

Tutti ad Agrigento!

Giovedì prossimo nell'Agrigento Forum e più precisamente nella biblioteca, si parlerà di scrittori (aspiranti, esordienti, emergenti, affermati, falliti) e in questo indirizzo si svolgerà un incontro con Simone Ruggeri. Se avete domande, consigli o insulti da rivolgergli, l'appuntamento é dalle 15:00 alle 17:00 del 20 dicembre 2007.

Ciaooooo

sabato 15 dicembre 2007

Verdena domani


Ciao a tutti, finito il contest su qoob da ormai cinque giorni, i Verdena si preparano per una seratona domani sera vicino a milano al Garage (via Marelli 280, Sesto San Giovanni), dove a partire dalle 21:30, si svolgerà un concerto per pochi intimi che verrà ripreso da qoob e trasmesso la notte del 24 dicembre 2007. Alla fine del concerto, verrà annunciato il vincitore del contest che ha visto uploadare centinaia video inediti. Nonostante cio', vi annuncio i vincitori in anteprima perché così mi pare. Fatemi causa!

e questo é l'altro:

se vi capita, fatevi un giro a vedere gli altri video, c'è roba troppo marcia!
ciauz

domenica 25 novembre 2007

Lieta novella


Ha finalmente visto la luce il secondo romanzo di Simone Ruggeri e questa volta le novità non riguardano solo la storia in sé, ma anche e soprattutto le vicende che credevo sfortunate, ma che mi hanno portato a un cambiamento radicale che in definitiva ha prodotto un risultato ben al di sopra delle aspettative. Giusto per mettere in guardia chi come me si affaccia a questo strano mondo e non sa cosa aspettarsi. Ebbene tutto inizia con un'idea che ti sembra carina per scrivere una storia divertente. Ti metti davanti alla tastiera e questa comincia a prendere forma e andare per conto suo. Venti, trenta, quaranta pagine e i personaggi cominciano a parlarti anche quando non stai scrivendo. Il portapizza triste e senza nome, ti guarda preparare il caffè e ti apostrofa con il suo tono:

-stai asfaltando una strada?
-Che vuoi? A me il caffè piace forte.
-Dici a me?- questa é mia sorella che mi guarda con un'espressione preoccupata.
-No, niente: pensavo a voce alta... - le rispondo.
Cinquanta, sessanta, settanta pagine e non vedi l'ora di tornare dal lavoro per immergerti nuovamente in quel mondo strano che in teoria hai creato tu, ma in realtà non sei che un altro personaggio in balia degli eventi. Dell'idea iniziale é rimasto poco e niente. Profumo di muschio bianco e vaniglia. E cannella. Lei ti guarda dissimulando le sue ansie e poi dice:
-sai sempre dove stai andando a parare?
-Chi può dire di saperlo?
-Già...
L'idiota uno e due si scambiano pareri sulla conversazione radical-chic tra personaggio e autore-personaggio:
-isbo'
-cussu é tott'accallonau!
Ottanta, novanta, cento pagine. Punto di non ritorno. I fatti prendono una piega inaspettata e ti tocca tornare in dietro per dare un'aggiustata.
-Quante volte l'hai riletto oggi? - mi chiede Mario col suo tono distaccato.
-Questa é solo la seconda – rispondo.
Lui chiude gli occhi spazientito. Un battere di palpebre appena prolungato: il massimo che si concede per esprimere la sua collera. Avrebbe puntato una pistola alla testa a molta gente per molto meno, ma ha bisogno di me e per ora posso stare tranquillo.
Centodieci, centoventi, centotrenta pagine. Tutto trova il suo posto. Tutto si consuma. Tutto finisce.
Cento quaranta, centocinquanta, centosessanta... vorresti andare avanti, ma a malincuore ci metti la parola “fine”. I giochi sono fatti. Rien ne vas plus! Da quel momento lo rileggerai almeno un milione di volte e sempre cambiando qualcosa, ma non sarà mai più quel mondo in cui ti immergevi quando tornavi dal lavoro. Non ci sarà più quella curiosità di scoprire come andrà a finire. Sarà solo il ricordo particolarmente vivido di qualcosa che hai già fatto. Il passato. Che non ritorna.
Nessuno personaggio ti parla più, nessuno pensa più che stai impazzendo. Non per gli stessi motivi, almeno.
Ne faccio una stampa. Fogli pinzati, caratteri piccoli, tanto margine ai lati per prendere appunti. Per prima cosa, Monica lo legge tutto, dall'inizio alla fine con impazienza. Trova subito duemila errori di battitura, seimila imprecisioni, cinquemilaquattrocento frasi dubbie, ma quello che conta più di tutto per me, é che alla prima lettura a volte ride, altre si commuove. Segue certosino lavoro di correzione, poi rilettura, poi ancora correzione. Lei non sembra stancarsi mai di leggerlo. Non sembra pensare che avrei potuto cercarmi un passatempo che non la coinvolgesse...
In copisteria mi fanno un bel volumetto con la spirale. Mezzo foglio A4. Monica legge di nuovo a voce alta e le frasi diventano solide e sono tutte da smussare quando suonano spigolose, da districare quando si accavallano o si annodano.
Alla fine mi guardo indietro e noto stupito che é passato un anno. Un anno della mia vita. Sarebbe stato quasi inutile se non mi fosse rimasto qualcosa tra le mani. Un anno in questo vuoto pneumatico di casa e lavoro-quando-c'è, di “ti porterei in capo al mondo” ma vivo ancora a casa coi miei. E mica per scelta. Non mi diverto, né sto comodo. É inutile che mi ripetano il contrario. Oltre al danno, la beffa!
Comunque ci siamo. Mi stampo una bella copertina e torno in copisteria. Mi preparano trenta volumetti con mezzo A4. Contatto alcuni editori. Uno dei primi a cui l'ho spedito -Mursia- mi risponde dopo solo qualche mese. Mi chiede se l'ho già pubblicato. No, non ancora. Mi propongono un massiccio lavoro di editing e mi assegnano un editor. Mi sembra un sogno, ma dura poco. L'editor si tira indietro dopo qualche mese: ha altri problemi a cui pensare. Un altro libro da editare: il suo. Gli altri editori pian piano mi rispondono tutti. Quelli che mi dicono si da subito, chiedono un contributo da parte mia di almeno milleduecento Euro. Qualcun altro scopre di avere una linea editoriale e il mio libro non ci rientra. Tre anni dopo mi rompo finalmente le palle e me lo pubblico da solo. Per fare ciò, mi rivolgo a Lulu, casa di origine canadese intestata a Bob Young, uno dei padri della RedHat, notissima distro di Linux.
Nella foto a destra potete vederlo nel suo ufficio arredato esclusivamente con le copie invendute del suo romanzo "under the radar".
Anche lui esasperato dal suo rapporto con gli editori, ha fondato una casa editrice in cui l'autore può pubblicare senza mediatori. Il pubblico é l'unico giudice. Non c'è più il mercato, non ci sono le mode. Non dovrò più confrontarmi coi vari Moccia e Melissa P. Niente contributo. Niente editing. Niente regole. Un sogno e questa volta non finirà tanto presto. Ne venderò dieci copie? Ben vengano!

Il libro é già disponibile in tre forme:

In libreria: volume a copertina rigida molto elegante, reperibile in tutte le librerie del mondo richiedendo il codice ISBN:978-1-8479-9197-3. Tempi di consegna circa dieci giorni. Spesa approssimativa: 22,00 Euro.
Anche per questo formato é disponibile l'ordine Internet con le stesse modalità dell'edizione in brossura. Tutti i dettagli qui.
Spesa approssimativa: 22,00 Euro + 4,99 Euro per la spedizione.

Su internet: volume in brossura con copertina morbida tipo stampa economica, edizione poket (tascabile) da ordinare a questo indirizzo e da pagare anticipatamente con carta di credito o account Paypal. Tempi di consegna circa una settimana.
Spesa approssimativa: 8,00 Euro + 2,99 Euro per la spedizione.

E-Book: tutto il romanzo in un comodo file pdf, da leggere sul PC o sul palmare o sul cellulare e -presto- sui lettori di ebook Sony. Puoi anche stamparlo su carta se non vuoi affaticarti gli occhi! Il romanzo nella versione ebook, infatti, é rilasciato con licenza Creative Common Share Alike: il file può essere liberamente stampato, condiviso, ridistribuito, letto pubblicamente, bruciato in piazza...
Per scaricarlo, basta solo cliccare qui (cliccando col tasto sinistro si aprirà una nuova finestra su un file pdf, per salvare il file cliccare sul pulsantino a forma di floppy che si trova nella barra in alto).
Spesa approssimativa: GRATIS.

visitate la mia vetrina a questo indirizzo:
http://stores.lulu.com/simoneruggeri
Questo é tutto. Non avete più scuse!

giovedì 16 agosto 2007

Non sono l'unico!!!

Cari amici vicini e lontani, sopravvissuto a un altro evento rischioso per la mia salute (il pranzo di ferragosto), mi ripresento su queste pagine ad esprimere gioia e tripudio per una scoperta sensazionale: ogni italiano acquista all'anno quasi 190 litri d'acqua minerale. Qual'è la scoperta?, direte voi. C'è che io nell'ultimo anno ho acquistato zero bottiglie d'acqua minerale, per un totale di zero litri d'acqua trasportata su e giù per le autostrade italiane dentro grossi tir fumosi e zero bottiglie straripanti di diossine che dopo l'uso vengono stoccate in discarica e poi bruciate negli inceneritori. Un danno ambientale e una risorsa che dovrebbe esserci garantita insieme al diritto alla vita, che invece viene subdolamente trasformata in risorsa non sostenibile da potenti multinazionali e imponenti campagne pubblicitarie.
No, non sono un attivista della domenica, sono venuto a dirvi che ognuno é libero di farsi prendere per il culo come vuole! Vuoi "l'acqua che elimina l'acqua"? Preferisci "L'acqua che sa di primavera"? O magari - perchè no! - "Le acque della salute". Chissenefrega! Quello che non ho mai richiesto e invece ho dovuto subire in continuazione, é la gragnuola di avvertimenti sulle conseguenze nefaste che il mio comportamento sconsiderato avrebbe avuto sulla mia salute. Le conseguenze della mia condotta scelleratissima andavano dai calcoli renali all'intossicazione da radiazioni, metalli pesanti, gas nobili e plebei eccetera, fino alla prematura ed irreversibile morte.
Premesso ciò, potete immaginare quando pascolando placidamente in un pomeriggio di navigazione senza meta, mi sono imbattuto in un articolo su www.altreconomia.it, facente riferimento ad un'iniziativa alla quale aderivo spontaneamente ma a mia completa insaputa.
Imbrocchiamola! é una campagna tesa ad informare e sensibilizzare il consumatore su un martellamento pubblicitario di cui siamo vittima ogni giorno. 379 milioni di euro ogni anno spesi dalle aziende per promuovere il consumo di un bene che abbiamo già in casa (e lo paghiamo!), ma che vorrebbero e di fatto ci fanno sostituire con un "prodotto" analogo confezionato e venduto a prezzi che a volume sono oltre 2000 volte più alti.
Il sito é interessante e simpatico. C'è anche un bel controspot prodotto da antennattive.org del Meetup Amici di Beppe Grillo.

Per combattere queste imposizioni subdole, che sconfinano nell'indottrinamento, basta un po' di buon senso. Piccole cose. Ad esempio pretendere una brocca d'acqua di rubinetto al ristorante.
C'è sempre stata. In molti paesi dell'unione europea (ma anche un po' ovunque nel mondo!) é tuttora obbligatoria. Qui in Italia, non c'è neanche bisogno di provarci, per immaginare le reazioni che andranno dal disgustato al feroce. Non c'è una legge che imponga la vendita esclusiva dell'acqua confezionata. C'è una legge che vieta di vendere, tenere e servire acqua e bibite analcoliche da bottiglie già aperte: la famigerata legge Marzano del 1995. Famigerata perchè nota anche come legge del monodose e che nonostante la circolare emessa subito dopo la legge in cui si precisa che il provvedimento lascia invatriate le regole per la somministrazione delle bibite (e quindi anche dell'acqua) "sfuse", qualcuno ancora oggi si nasconde dietro suddetta legge per giurare sulla propria madre che "é vietato" servire acqua non confezionata.
Ma in fondo - dico io - che ci vai a fare al ristorante se non ordini una bottiglia di buon vino?
Per uno come me che da sempre ha a che fare con i ristoratori e sa che non esiste al mondo una categoria di persone più testarde (unito al fatto che nel mio caso parliamo di ristoratori sardi!), questa ha già il gusto amaro di una battaglia persa, ma almeno in casa per quanto mi riguarda continuerò a bere dal rubinetto, come ho sempre fatto, solo più sereno nel sapere che non sono l'unico!!!
Un altro aspetto su cui punta la campagna é la pubblicità a cui siamo sottoposti. Priva di una regolamentazione perchè parla di prodotti considerati innoqui, ma che di fatto danneggiano il nostro paese, la nostra economia oltre a (visione squallidamente microscopica!) svuotarci il portafogli! Qui il discorso si complica un po'. Da sempre e un po' ovunque é vietato far pubblicità alle sigarette, perchè é provato che fanno male, in molti paesi non si possono pubblicizzare neppure i superalcolici, anche se da nessuna parte é vietato pubblicizzare le automobili e in termini di danni all'ambiente e mortalità, mi pare che dovrebbero essere al top della categoria "prodotti pericolosi".
Ma esiste anche almeno un prodotto innocuo le cui pubblicità sono vietate perchè considerate pericolose per la psiche umana: il latte in polvere. Questa schifosa pastetta di minerali e proteine e grassi e vitamine e zucchero, in caso di estrema necessità, può sostituire il latte materno nell'allattamento dei neonati. Ma cosa succederebbe se facessero uno spot in cui ti invogliano ad evitare l'allattamento al seno onde evitare che le tue belle tettone turgide assomiglino a due calzini stesi? Ci sarebbe certamente qualche ragazzina idiota disposta a spendere più di 15 euro per mezzo chilo di polvere.
Stesso discorso per un'altra restrizione: i lassativi. Da un po' di tempo in ogni spot si sente dire "quando una dieta ricca di acqua e fibre non basta, puoi ricorrere a..." Certo immagina la faticaccia di cambiare le tue abitudini alimentari, quando basta ingoiare una pastiglia!
Insomma é un discorso complicato perchè riguarda il nostro status di consumatori distratti e immaturi.
Magari un giorno impareremo a difenderci, oppure ci ritroveremo a comprare bombolette di aria fresca di montagna. L'aria della salute!

Mandatemi qualche slogan invitante che mi sa che ho avuto un'idea brillante per mettermi in affari!

P.S. Non ho voglia di parlarne ora e qui, ma vi segnalo un'altro articolo sul fatto che i signori dell'acqua non fanno solo campagne di dissuasione dai contenuti di eticità dubbia, ma anche affari sporchi sull'estrazione, che dovrebbe essere il processo principale per un venditore d'acqua, rubando l'acqua (la nostra acqua!) dal sottosuolo di terreni agricoli, prima di rivendercela imbottigliata a prezzi esorbitanti. L'articolo é qui

domenica 5 agosto 2007

...siamo nel 2007 e ancora tutti lì a criticare!

Niente va bene. Niente.
Passano le mode, tutto cambia, ma siamo sempre lì, tutti, ancora e sempre pronti a criticare le ciabatte! Davvero non se ne può più. Smettiamola una buona volta! It's easy if you try! E se il buonsenso non bastasse, e se nonostante tutto la forza di volontà dovesse venire meno, pensate al tenero gattino di questo spot:

Riflettiamoci tutti. Attentamente. Ora!
Buonanotte.

lunedì 30 luglio 2007

Verdena Live@Sarroch 25/07/2007




Mercoledì 25 luglio 2007 il Requiem Tour dei Verdena approda nella ridente cittadina di Sarroch. Lo so, sono passati cinque giorni, ma mi sono dovuto riprendere un po' dall'emozione e riordinare le idee prima di parlarne!

Alle ore 17 in punto, il sottoscritto, Deadstar e Lady Vendetta sul mitico Pandino flower-power siamo già lanciati verso Sarroch. La strada é dritta e sgombra, il tempo é bello. Nell'autoradio canta Elisa.

Sarroch é una cittadina bellissima. Incastonata tra i monti che la privano del tramonto e che in caso di una fuga di gas tossici dalla Saras, si trasformerebbe in una camera a gas a cielo aperto. Non ci tornavo da almeno cinque anni. L'ho ritrovata sempre bella e ordinata. Anche la puzza é sempre la stessa. Odore di raffineria.

Ci sono fior di tecnici che spergiurano sulle proprie rispettive madri (ma a volte anche su quelle altrui!) che é tutto assolutamente salutare. Se ti fai un giro in città, ti rendi conto che probabilmente é vero. Intendo, della Saras si può dire tutto il male del mondo, ma non sono i metalli pesanti nell'organismo che ti abruttiscono. E' la disoccupazione che ti "costringe" a tirare fuori il coltello e pungere il tuo compagno di morra.

Quaggiù é tutto un giardino incantato di vasi fioriti e strade acciotolate. Eppure quando ci arrivi da est, ti prende lo stesso un groppo in gola e t'immagini una musica triste.

I bar sorgono uno di fronte all'altro e la gente che non trova da sedersi dentro, si accomoda in strada sui gradini delle case. Ti vendono lo schioppettino (la kinusa da 33 in bottiglia), che neanche a Quartu negli anni Ottanta...

Già nell'aria eccheggia il soundcheck sa-sa-saundceck e poi la prova generale: "Angie" impeccabile, che neanche a concerto iniziato...


Verso le ventuno, si spalancano i cancelli dello stadio comunale. Vabbè diciamo che si apre una porticina su un campetto da calcio con fondo erboso e una pretenziosa gradinata sulla quale troneggia una scritta esagerata a caratteri cubitali "Comune di Sarroch". Tutti corrono verso la transenna per accaparrarsi i posti migliori. Dopo cinque minuti, capito l'andazzo, quasi tutti mollano la transenna e vanno a sedersi per terra.

La Heineken in bicchiere di plastica si può comprare in un gazebo vicino alla porticina da cui siamo entrati, ma nonostante i controlli all'ingresso da parte di un carabiniere con l'aria incazzata, fanno la loro comparsa alcune bottiglie pet, piene di vino rosso. Tutte rigorosamente tappate!

In un banchetto ci sono le magliette (15 euro) e i CD (10 euro). I loghi sono quelli dell'abum e del tour, con la scritta "Verdena" dietro in bianco o grigioperla.
Più avanti scopro che sono fosforescenti. Fosforescenti! Lo so: mi emoziono con poco...

Verso le ventidue il concerto ha inizio. Siamo già tutti dentro, ma qualcosa non va: c'era più gente al poetto quando ha suonato Joe Perrino! Certo il pubblico pagante é tutta un'altra storia, checchè ne dica il buon Cenzo del Corto Maltese, ma ci sono comunque rimasto un po' male. Per i Verdena. Per me é anche meglio perchè comunque siamo abbastanza per fare un bel casino e divertirci.

Il concerto inizia - dicevo - con il gruppo spalla. Non so come si chiamino. Non erano neanche male, ma non m'interessa. Tuttavia vorrei far notare che di duemila foto fatte ai Verdena col cellulare, non men'è riuscita una. L'unica scattata controvoglia al gruppo spalla é questa:
Meglio delle altre, il che é tutto dire!
Ore 23:00 I Verdena salgono sul palco in tutto il loro splendore, acclamati dalla folla esigua ma calorosa. Momenti di incredula sorpresa: chi l'avrebbe mai detto che questi digraziati bergamaschi ci avrebbero degnati di una visita!

E' evidente che ad Alberto hanno smarrito il bagaglio in aereoporto e si é dovuto presentare con i pantaloni del pigiama e una maglietta. Pronto per andare a letto! Però quando inizia a cantare, non ce ne frega più niente del suo abbigliamento. Come sempre sono tutti di poche parole. Luca si accomoda alla batteria e non si schioda da lì per tutto il concerto, tranne durante la pausa, preceduta dal solito squallido teatrino da concerto, quando danno la buonanotte, salvo poi tornare per un improbabile bis.


Prima di cantare, Alberto scherza col pubblico chiedendo con quale canzone iniziare e scatenando un putiferio di richieste inascoltate e lui intanto che dice "eh? Quale? Eh?" nessuno si azzarda a rispondergli (come tradizione da queste parti) con un sonoro "POBA"! Attaccano con Don Callisto e dissolvono ogni dubbio. Ci ricordiamo tutti perchè siamo lì: la vita é una merda, ma stasera suonano i Verdena! Spaccateci le orecchie e dateci qualche ora di tregua dal mondo!!!
La voce é un po' bassa rispetto agli strumenti e una correzione in corso d'opera la distorce un pochino. Tuttavia nessuno si lamenta (salvo la debole protesta di Alberto all'inizio): l'impianto é piccolo ma potente.
Roberta agita la sua testolina rosa. Il basso é pulito e potente e ti spacca il petto.
La seconda canzone in scaletta é Mina e tutti la urliamo con tutta la voce che abbiamo in gola. Momenti bellissimi!
Durante i lunghi pezzi strumentali, parte un pogo selvaggio. Tutti si lasciano andare. C'è un casino allucinante, ma la serata é fresca e spira un maestrale che ci rinfresca, anche se disperde un po' i fumogeni sul palco.
Ad un certo punto, Alberto si sposta alla tastiera e esegue una versione un po' sgangherata di Angie, complice l'eccessiva distanza dal monitor e la folla che cantava in una tonalità misteriosa.

Piccola pausa, teatrino di richiamo sul palco e tutto ricomincia come per magia.

Due ore piene che passano in un soffio e ci lasciano il cuore pieno di gioia pura.
Verso l'una tutto finisce e appena mezz'ora più tardi stiamo tornando verso Cagliari, sorvolando la laguna sul ponte della Scaffa.
Nessuno dice una parola. Troppe emozioni.

Un concerto bellissimo!!!

mercoledì 6 giugno 2007

Un buon inizio...

Affonda lentamente. Lentamente s'inabissa e affoga nel dramma di un disperato ribollire. Sobbalza sul fondo e ricade, si ribalta e riprende ad agitarsi in agonia. Suoni lontani mi scuotono il cervello. Mi sento intrappolato nella bambagia che attutisce i miei sensi, ma tiene vivo il dolore.
Sarà la conseguenza di una notte senza sonno, oppure il cannonau, o magari la panna sul suo corpo.

Ora ti guardo affogare nel proverbiale bicchiere d'acqua. Non provo rimorsi per averti lasciata sola a toccare il fondo. Senza intervenire e senza una parola che potesse esserti di conforto. Non provo pena per il tuo lento morire. Ancora pochi secondi e scomparirai per sempre dalla mia vista. Niente di personale, mia cara, per uscire da certi problemi serve un sacrificio. Questa volta é toccata a te. Magari avrei preferito condannarti ad un'agonia più veloce. L'avrei preferito per entrambi, ma non ho sensi di colpa: voglio solo che tutto questo dolore finisca quanto prima.

Ci siamo: l'ultima scintilla della tua esistenza, si scioglie senza un suono. Sei passata veloce e anonima nella mia vita e ora non mi resta che aspettare che sia il mio dolore a passare.
Addio, dolce, inconsapevole salvatrice della mia anima persa.

Dedicata a chi come me ha iniziato la giornata con un'aspirina.