lunedì 30 luglio 2007

Verdena Live@Sarroch 25/07/2007




Mercoledì 25 luglio 2007 il Requiem Tour dei Verdena approda nella ridente cittadina di Sarroch. Lo so, sono passati cinque giorni, ma mi sono dovuto riprendere un po' dall'emozione e riordinare le idee prima di parlarne!

Alle ore 17 in punto, il sottoscritto, Deadstar e Lady Vendetta sul mitico Pandino flower-power siamo già lanciati verso Sarroch. La strada é dritta e sgombra, il tempo é bello. Nell'autoradio canta Elisa.

Sarroch é una cittadina bellissima. Incastonata tra i monti che la privano del tramonto e che in caso di una fuga di gas tossici dalla Saras, si trasformerebbe in una camera a gas a cielo aperto. Non ci tornavo da almeno cinque anni. L'ho ritrovata sempre bella e ordinata. Anche la puzza é sempre la stessa. Odore di raffineria.

Ci sono fior di tecnici che spergiurano sulle proprie rispettive madri (ma a volte anche su quelle altrui!) che é tutto assolutamente salutare. Se ti fai un giro in città, ti rendi conto che probabilmente é vero. Intendo, della Saras si può dire tutto il male del mondo, ma non sono i metalli pesanti nell'organismo che ti abruttiscono. E' la disoccupazione che ti "costringe" a tirare fuori il coltello e pungere il tuo compagno di morra.

Quaggiù é tutto un giardino incantato di vasi fioriti e strade acciotolate. Eppure quando ci arrivi da est, ti prende lo stesso un groppo in gola e t'immagini una musica triste.

I bar sorgono uno di fronte all'altro e la gente che non trova da sedersi dentro, si accomoda in strada sui gradini delle case. Ti vendono lo schioppettino (la kinusa da 33 in bottiglia), che neanche a Quartu negli anni Ottanta...

Già nell'aria eccheggia il soundcheck sa-sa-saundceck e poi la prova generale: "Angie" impeccabile, che neanche a concerto iniziato...


Verso le ventuno, si spalancano i cancelli dello stadio comunale. Vabbè diciamo che si apre una porticina su un campetto da calcio con fondo erboso e una pretenziosa gradinata sulla quale troneggia una scritta esagerata a caratteri cubitali "Comune di Sarroch". Tutti corrono verso la transenna per accaparrarsi i posti migliori. Dopo cinque minuti, capito l'andazzo, quasi tutti mollano la transenna e vanno a sedersi per terra.

La Heineken in bicchiere di plastica si può comprare in un gazebo vicino alla porticina da cui siamo entrati, ma nonostante i controlli all'ingresso da parte di un carabiniere con l'aria incazzata, fanno la loro comparsa alcune bottiglie pet, piene di vino rosso. Tutte rigorosamente tappate!

In un banchetto ci sono le magliette (15 euro) e i CD (10 euro). I loghi sono quelli dell'abum e del tour, con la scritta "Verdena" dietro in bianco o grigioperla.
Più avanti scopro che sono fosforescenti. Fosforescenti! Lo so: mi emoziono con poco...

Verso le ventidue il concerto ha inizio. Siamo già tutti dentro, ma qualcosa non va: c'era più gente al poetto quando ha suonato Joe Perrino! Certo il pubblico pagante é tutta un'altra storia, checchè ne dica il buon Cenzo del Corto Maltese, ma ci sono comunque rimasto un po' male. Per i Verdena. Per me é anche meglio perchè comunque siamo abbastanza per fare un bel casino e divertirci.

Il concerto inizia - dicevo - con il gruppo spalla. Non so come si chiamino. Non erano neanche male, ma non m'interessa. Tuttavia vorrei far notare che di duemila foto fatte ai Verdena col cellulare, non men'è riuscita una. L'unica scattata controvoglia al gruppo spalla é questa:
Meglio delle altre, il che é tutto dire!
Ore 23:00 I Verdena salgono sul palco in tutto il loro splendore, acclamati dalla folla esigua ma calorosa. Momenti di incredula sorpresa: chi l'avrebbe mai detto che questi digraziati bergamaschi ci avrebbero degnati di una visita!

E' evidente che ad Alberto hanno smarrito il bagaglio in aereoporto e si é dovuto presentare con i pantaloni del pigiama e una maglietta. Pronto per andare a letto! Però quando inizia a cantare, non ce ne frega più niente del suo abbigliamento. Come sempre sono tutti di poche parole. Luca si accomoda alla batteria e non si schioda da lì per tutto il concerto, tranne durante la pausa, preceduta dal solito squallido teatrino da concerto, quando danno la buonanotte, salvo poi tornare per un improbabile bis.


Prima di cantare, Alberto scherza col pubblico chiedendo con quale canzone iniziare e scatenando un putiferio di richieste inascoltate e lui intanto che dice "eh? Quale? Eh?" nessuno si azzarda a rispondergli (come tradizione da queste parti) con un sonoro "POBA"! Attaccano con Don Callisto e dissolvono ogni dubbio. Ci ricordiamo tutti perchè siamo lì: la vita é una merda, ma stasera suonano i Verdena! Spaccateci le orecchie e dateci qualche ora di tregua dal mondo!!!
La voce é un po' bassa rispetto agli strumenti e una correzione in corso d'opera la distorce un pochino. Tuttavia nessuno si lamenta (salvo la debole protesta di Alberto all'inizio): l'impianto é piccolo ma potente.
Roberta agita la sua testolina rosa. Il basso é pulito e potente e ti spacca il petto.
La seconda canzone in scaletta é Mina e tutti la urliamo con tutta la voce che abbiamo in gola. Momenti bellissimi!
Durante i lunghi pezzi strumentali, parte un pogo selvaggio. Tutti si lasciano andare. C'è un casino allucinante, ma la serata é fresca e spira un maestrale che ci rinfresca, anche se disperde un po' i fumogeni sul palco.
Ad un certo punto, Alberto si sposta alla tastiera e esegue una versione un po' sgangherata di Angie, complice l'eccessiva distanza dal monitor e la folla che cantava in una tonalità misteriosa.

Piccola pausa, teatrino di richiamo sul palco e tutto ricomincia come per magia.

Due ore piene che passano in un soffio e ci lasciano il cuore pieno di gioia pura.
Verso l'una tutto finisce e appena mezz'ora più tardi stiamo tornando verso Cagliari, sorvolando la laguna sul ponte della Scaffa.
Nessuno dice una parola. Troppe emozioni.

Un concerto bellissimo!!!