Ma chi è 'sto Mangano? Da dove salta fuori? Che vuole da me? Perchè non fa lo stalliere? No, davvero. Ho letto tutti i suoi libri. Perchè?
La verità è che non lo so. Lui scrive, io leggo. E poi ci penso per giorni. Il precedente - La Colpa - mi ha lasciato un senso di devastazione tale, che il giorno dopo sono andato in un locale dove suonavano una cover brutta di Atlantic dei Keane e per poco tutta la città non è implosa in un buco nero di tristezza.
La riga sulla emme è un romanzo di altri tempi. Racconta una storia di gente che non esiste più. Gente a cui non frega un cazzo di apparire e che ha fatto cose incredibili, ma proprio da film, con i brigatisti, gli infiltrati, le spie e il Mossad più incazzato di come ce lo imaginiamo. Io e già troppo se sono riuscito ad andare a vivere per conto mio prima dei quaranta!
Eppure se questo romanzo ci insegna qualcosa, è proprio che non ci sono vite perfette, eroi coraggiosi, gente che ha fatto solo scelte giuste. È la storia di un grande personaggio e il suo essere "eroico" sta tutto nell'essere sveglio e riuscire a trarre vantaggio da qualsiasi situazione. O almeno a portare a casa la pelle più o meno dignitosamente.
Leone Mariani, il protagonista, è un fiero antieroe, colto ma non lo diresti, cagacazzo a livelli stratosferici. Chiama un amico al suo capezzale e gli detta le ultime volontà e insieme ci portano in volo leggero su quella che è stata una vita tumultuosa, in un periodo storico carico di segreti, intrighi e violenza. Episodio dopo episodio, la morale è chiara: tutto finisce. Purtroppo o per fortuna, direbbe quello. Con lui se ne va un grande uomo che lascia il ricordo di una vita incredibile, ma solo nella mente di poche persone. Perchè a volte vivi nell'ombra per scelta e a volte sotto le luci dei riflettori ci trovi Moccia che si laurea con una tesi su sè stesso. Vedi un po' te.
La sua eredità è qualcosa di più subdolo e potente. Più che nelle sue azioni e nel ricordo delle poche persone che hanno avuto la fortuna di conoscerlo, Leone vive in quelli come l'autore, che della sua eredità hanno fatto tesoro, gli hanno dato una nuova vita. Raffaele è un po' il mio Leone, con la sua vita da scrittore, giovane viaggiatore, uomo colto all'inverosimile, essere umano sensibile e empatico col prossimo, una carriera in televisione, un sacco di romanzi scritti per passione e divertimento, frequentazioni importanti, belle donne (contro cosa ha sbattuto?), insomma da oggi chiamatemi Raffaele e se avrò culo, un giorno sarò il Leone di qualcuno.
Chiaro?
Ciao.