giovedì 16 agosto 2007

Non sono l'unico!!!

Cari amici vicini e lontani, sopravvissuto a un altro evento rischioso per la mia salute (il pranzo di ferragosto), mi ripresento su queste pagine ad esprimere gioia e tripudio per una scoperta sensazionale: ogni italiano acquista all'anno quasi 190 litri d'acqua minerale. Qual'è la scoperta?, direte voi. C'è che io nell'ultimo anno ho acquistato zero bottiglie d'acqua minerale, per un totale di zero litri d'acqua trasportata su e giù per le autostrade italiane dentro grossi tir fumosi e zero bottiglie straripanti di diossine che dopo l'uso vengono stoccate in discarica e poi bruciate negli inceneritori. Un danno ambientale e una risorsa che dovrebbe esserci garantita insieme al diritto alla vita, che invece viene subdolamente trasformata in risorsa non sostenibile da potenti multinazionali e imponenti campagne pubblicitarie.
No, non sono un attivista della domenica, sono venuto a dirvi che ognuno é libero di farsi prendere per il culo come vuole! Vuoi "l'acqua che elimina l'acqua"? Preferisci "L'acqua che sa di primavera"? O magari - perchè no! - "Le acque della salute". Chissenefrega! Quello che non ho mai richiesto e invece ho dovuto subire in continuazione, é la gragnuola di avvertimenti sulle conseguenze nefaste che il mio comportamento sconsiderato avrebbe avuto sulla mia salute. Le conseguenze della mia condotta scelleratissima andavano dai calcoli renali all'intossicazione da radiazioni, metalli pesanti, gas nobili e plebei eccetera, fino alla prematura ed irreversibile morte.
Premesso ciò, potete immaginare quando pascolando placidamente in un pomeriggio di navigazione senza meta, mi sono imbattuto in un articolo su www.altreconomia.it, facente riferimento ad un'iniziativa alla quale aderivo spontaneamente ma a mia completa insaputa.
Imbrocchiamola! é una campagna tesa ad informare e sensibilizzare il consumatore su un martellamento pubblicitario di cui siamo vittima ogni giorno. 379 milioni di euro ogni anno spesi dalle aziende per promuovere il consumo di un bene che abbiamo già in casa (e lo paghiamo!), ma che vorrebbero e di fatto ci fanno sostituire con un "prodotto" analogo confezionato e venduto a prezzi che a volume sono oltre 2000 volte più alti.
Il sito é interessante e simpatico. C'è anche un bel controspot prodotto da antennattive.org del Meetup Amici di Beppe Grillo.

Per combattere queste imposizioni subdole, che sconfinano nell'indottrinamento, basta un po' di buon senso. Piccole cose. Ad esempio pretendere una brocca d'acqua di rubinetto al ristorante.
C'è sempre stata. In molti paesi dell'unione europea (ma anche un po' ovunque nel mondo!) é tuttora obbligatoria. Qui in Italia, non c'è neanche bisogno di provarci, per immaginare le reazioni che andranno dal disgustato al feroce. Non c'è una legge che imponga la vendita esclusiva dell'acqua confezionata. C'è una legge che vieta di vendere, tenere e servire acqua e bibite analcoliche da bottiglie già aperte: la famigerata legge Marzano del 1995. Famigerata perchè nota anche come legge del monodose e che nonostante la circolare emessa subito dopo la legge in cui si precisa che il provvedimento lascia invatriate le regole per la somministrazione delle bibite (e quindi anche dell'acqua) "sfuse", qualcuno ancora oggi si nasconde dietro suddetta legge per giurare sulla propria madre che "é vietato" servire acqua non confezionata.
Ma in fondo - dico io - che ci vai a fare al ristorante se non ordini una bottiglia di buon vino?
Per uno come me che da sempre ha a che fare con i ristoratori e sa che non esiste al mondo una categoria di persone più testarde (unito al fatto che nel mio caso parliamo di ristoratori sardi!), questa ha già il gusto amaro di una battaglia persa, ma almeno in casa per quanto mi riguarda continuerò a bere dal rubinetto, come ho sempre fatto, solo più sereno nel sapere che non sono l'unico!!!
Un altro aspetto su cui punta la campagna é la pubblicità a cui siamo sottoposti. Priva di una regolamentazione perchè parla di prodotti considerati innoqui, ma che di fatto danneggiano il nostro paese, la nostra economia oltre a (visione squallidamente microscopica!) svuotarci il portafogli! Qui il discorso si complica un po'. Da sempre e un po' ovunque é vietato far pubblicità alle sigarette, perchè é provato che fanno male, in molti paesi non si possono pubblicizzare neppure i superalcolici, anche se da nessuna parte é vietato pubblicizzare le automobili e in termini di danni all'ambiente e mortalità, mi pare che dovrebbero essere al top della categoria "prodotti pericolosi".
Ma esiste anche almeno un prodotto innocuo le cui pubblicità sono vietate perchè considerate pericolose per la psiche umana: il latte in polvere. Questa schifosa pastetta di minerali e proteine e grassi e vitamine e zucchero, in caso di estrema necessità, può sostituire il latte materno nell'allattamento dei neonati. Ma cosa succederebbe se facessero uno spot in cui ti invogliano ad evitare l'allattamento al seno onde evitare che le tue belle tettone turgide assomiglino a due calzini stesi? Ci sarebbe certamente qualche ragazzina idiota disposta a spendere più di 15 euro per mezzo chilo di polvere.
Stesso discorso per un'altra restrizione: i lassativi. Da un po' di tempo in ogni spot si sente dire "quando una dieta ricca di acqua e fibre non basta, puoi ricorrere a..." Certo immagina la faticaccia di cambiare le tue abitudini alimentari, quando basta ingoiare una pastiglia!
Insomma é un discorso complicato perchè riguarda il nostro status di consumatori distratti e immaturi.
Magari un giorno impareremo a difenderci, oppure ci ritroveremo a comprare bombolette di aria fresca di montagna. L'aria della salute!

Mandatemi qualche slogan invitante che mi sa che ho avuto un'idea brillante per mettermi in affari!

P.S. Non ho voglia di parlarne ora e qui, ma vi segnalo un'altro articolo sul fatto che i signori dell'acqua non fanno solo campagne di dissuasione dai contenuti di eticità dubbia, ma anche affari sporchi sull'estrazione, che dovrebbe essere il processo principale per un venditore d'acqua, rubando l'acqua (la nostra acqua!) dal sottosuolo di terreni agricoli, prima di rivendercela imbottigliata a prezzi esorbitanti. L'articolo é qui

domenica 5 agosto 2007

...siamo nel 2007 e ancora tutti lì a criticare!

Niente va bene. Niente.
Passano le mode, tutto cambia, ma siamo sempre lì, tutti, ancora e sempre pronti a criticare le ciabatte! Davvero non se ne può più. Smettiamola una buona volta! It's easy if you try! E se il buonsenso non bastasse, e se nonostante tutto la forza di volontà dovesse venire meno, pensate al tenero gattino di questo spot:

Riflettiamoci tutti. Attentamente. Ora!
Buonanotte.