Affonda lentamente. Lentamente s'inabissa e affoga nel dramma di un disperato ribollire. Sobbalza sul fondo e ricade, si ribalta e riprende ad agitarsi in agonia. Suoni lontani mi scuotono il cervello. Mi sento intrappolato nella bambagia che attutisce i miei sensi, ma tiene vivo il dolore.
Sarà la conseguenza di una notte senza sonno, oppure il cannonau, o magari la panna sul suo corpo.
Ora ti guardo affogare nel proverbiale bicchiere d'acqua. Non provo rimorsi per averti lasciata sola a toccare il fondo. Senza intervenire e senza una parola che potesse esserti di conforto. Non provo pena per il tuo lento morire. Ancora pochi secondi e scomparirai per sempre dalla mia vista. Niente di personale, mia cara, per uscire da certi problemi serve un sacrificio. Questa volta é toccata a te. Magari avrei preferito condannarti ad un'agonia più veloce. L'avrei preferito per entrambi, ma non ho sensi di colpa: voglio solo che tutto questo dolore finisca quanto prima.
Ci siamo: l'ultima scintilla della tua esistenza, si scioglie senza un suono. Sei passata veloce e anonima nella mia vita e ora non mi resta che aspettare che sia il mio dolore a passare.
Addio, dolce, inconsapevole salvatrice della mia anima persa.
Dedicata a chi come me ha iniziato la giornata con un'aspirina.