Rotondo il sole a picco sulla mia strada. Un occhio immenso che segue il mio cammino. Punto morto inferiore. Benzina. Spruzzata su pistoni roventi. Punto morto superiore. Scintilla. Esplosione. Scarico. Da capo. Cinquanta volte al secondo. Più o meno...
Due ruote sono più che sufficienti per cambiare un punto di vista. Le senti grattare l'asfalto. Ronfano sornione al ritmo di una giornata estiva che tarda a finire. L'occhio immenso è già lanciato nella sua parabola discendente. Il mondo mi osserva in silenzio dalle banchine dei pullman, dai marciapiedi deserti, dal canale che costeggia gli stagni. Passo e rompo il silenzio. Poco dopo sono già ricordo. Pochi secondi per entrare in una vita, altrettanti per essere dimenticato. Una macchia scura che attraversa il nulla di un paesaggio deserto, sconvolge per un attimo il silenzio e l'immobilità della luce. Quanto di tutto questo ha un senso? Passare. Dimenticare. Da perderci il sonno! Certo, se pensi che tutto debba avere uno scopo. Due ruote. Punto. Non una Meta, non un Viaggio. Solo la sconcertante certezza di esserci passato. Davanti a una villa incrostata di salsedine, su una lingua d'asfalto bollente, attraverso un giorno inutile. Passare. E poi? Il cuore continua a pompare sangue. Arterie, capillari, vene, atrio, valvola, ventricolo. Sessanta volte al minuto. Più o meno...
Nemmeno questo ha un senso. Eppure esiste.
Il tempo. Perso, ritrovato, sprecato. Trecentosessantacinque giorni all'anno, Ventunmilanovecento ore. Un milione trecentoquattordicimila minuti. Settantottomilioni ottocentoquarantamila secondi. Esatti. É questa la fregatura del tempo. Lo puoi contare e non é mai approssimativo nello scandire la tua vita. Spazio fratto tempo. Anche il tuo inutile passare davanti alle cose non sfugge alla legge universale del tempo. Velocità istantanea, con tempo che tende a zero. Velocità limite, quella della luce. Manopola dell'acceleratore. Il motore aumenta i suoi giri. Lo strappo mi allontana dalla soggettiva laterale. Il piano diventa campo. Campo totale, medio, lungo, lunghissimo, dissolvenza in nero.
Ancora una volta vi ho annoiato con queste storie senza senso. Basta con questa perdita di tempo!
É ora di leggere il post di qualcun altro, magari qualcosa di utile...
il portapizza
Chi siamo? Dove andiamo? Perchè si vive e perchè si muore? Ma soprattutto: chi l'ha ordinata questa margherita gigante???
mercoledì 25 giugno 2008
lunedì 9 giugno 2008
fiera della patata
Cari bloggers,
Stasera si è conclusa in piazza Sant'Andrea a Quartu la seconda fiera della patata.
Vorrei spendere due parole per la protagonista assoluta di questa fiera, perché anche se col passare del tempo cambiano tante cose, anche se tutto passa di moda, lei, la patata, è sempre nei nostri pensieri.
Novella o stagionata, è sempre gradita. Protagonista indiscussa di ogni epoca, la patata è sempre l'oggetto del contendere, la meta di mille battaglie, rifugio o trincea in caso di bisogno... Insomma in ogni occasione, con ogni tempo, di qualsiasi colore...
VIVA LA PATATA!
alla prossima!
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